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Archive for the ‘bella l'ammerica’ Category

Untitled #2

Qualcuno ha avuto la mia stessa idea.
John Fortunano compara l’ascesa della birra artigianale con la conquista dell’America da parte dei Fab Four.

E da noi?

Anche se piuttosto lentamente (almeno in termini qualitativi e di movimento, non certo per numero di birrifici) il riflusso della reinassance americana sta iniziando a farsi sentire.

Nei ’70 riuscimmo ad esprimere grandissimi artisti ed un genere che seppur si rifacesse a modelli d’Oltremanica ridefini’ i confini della musica italiana e riusci’ a rendersi unico ed originale. Parliamo del progessive rock italiano e di gruppi come Area, PFM, Le Orme, Banco del Mutuo Soccorso solo per citare i piu’ rappresentativi.

Credo che anche in campo brassicolo potremo replicare questi ottimi risultati, ed alcuni prodotti italiani sono gia’ li’ a dimostrarlo. Forse ci vorrebbero piu’ coraggio, spinta all’innovazione e collaborazione da parte dei micro italiani.

E allora ecco una top 5 delle birre che mi fanno ben sperare:

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Pale Ale (Sierra Nevada) – Murmur (R.E.M, 1983)

Qualche giorno fa mi e’ capitato di riascoltare l’esordio dei R.E.M., Murmur, e di pensare a quanto questo disco avesse influenzato la musica americana da li’ in avanti. Non fu un grosso successo commerciale (200mila copia vendute quell’anno), sebbene la critica ne fosse entusiasta da subito. Il disco defini’ le coordinate di un genere oggi definito come indie-rock,  portato negli anni seguenti ad un grande successo. La cifra stilistica della band, da questo primo album dell’83, e’ bene o male sempre rimasta la stessa, nella proposta costante di un rock piuttosto essenziale, venato da influenze folk classiche combinate ad un suono piu’ moderno, vicino alla new wave newyorkese. Il forte carisma di Stipe, l’inconfondibile voce nasale, i suoi testi criptici ed esistenziali fanno il resto. Uno dei grandi meriti dei R.E.M. e’ stato quello di elevale la ballata rock ad arte, riuscendo nel contempo a scrivere canzoni fresche, memorabili e facilmente accessibili. Mi e’ venuto allora naturale associare il percorso della band di Athens con quello dei birrai della Sierra Nevada, Ken Grossman e Paul Camusi. Si deve anche a loro, pionieri negli anni ’80, ed alla loro Pale Ale, l’esplosione di microbirrifici negli Stati Uniti. Questa birra e’ diventato uno standard, il primo modello di American Pale Ale. Una ricetta molto semplice, nata dall’adattamento della English Pale Ale agli ingredienti autoctoni. Dal colore piuttosto chiaro e pulito, e’ caraterizzata dal malto Two Row soprattutto dai luppoli Cascade, oltre che Magnum e Perle, che le danno il tipico aroma agrumato. Da quella prima birra, prodotta in impianti di fortuna, sono oramai passati quasi trent’anni, ed il microbrifficio, per quanto riguarda i volumi di produzione, non puo’ praticamente piu’ definirsi tale. La qualita’ e lo spirito, invece, la elevano nell’olimpo birrario mondiale. Cosi’ come quel piccolo gruppo della Georgia che girava l’America in un Dodge sgangherato e che oggi riempie gli stadi, con la solita, fortissima passione.

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